Festeggiare Fellini e scoprire nuovi lati della sua poetica

“Ho bisogno di credere. Fellini e il sacro” è un progetto molto importante per noi, perché ha visto la luce dopo tanti mesi di lavoro e di attesa, legata all’emergenza sanitaria. E poi perché data la risposta del pubblico, ci siamo accorti che forse questo può essere un nuovo punto di vista per approcciarsi al Maestro, nel centenario della sua nascita.

L’iniziativa si aggiunge alle tante realizzate qui a Rimini, ed è stata organizzata dalla Facoltà di Scienze della Comunicazione sociale dell’Università pontificia salesiana di Roma, dall’Istituto superiore di scienze religiose “A. Marvelli” di Rimini, insieme al Centro culturale “Paolo VI” di Rimini (con il patrocinio e il supporto del Pontificio Consiglio per la cultura e del “Cortile dei Gentili”), e si concluderà con un appuntamento a Roma, previsto per il 24 Ottobre.
Il progetto nasce intorno ai tanti riferimenti e citazioni di carattere religioso dell’opera felliniana attraverso diverse modalità: due convegni, una ricerca storiografica, due mostre (una delle quali è stata allestita al Museo della Città di Rimini, accompagnata da un catalogo omaggio realizzato in collaborazione con il settimanale diocesano riminese ilPonte), una pubblicazione, un docufilm e una serata spettacolo al Teatro Galli di Rimini.

“La poetica di Fellini sembra pervasa di riferimenti e citazioni di carattere religioso – come sostiene Franz, Direttore Creativo del progetto – a volte con tratti popolari e nostalgici, a volte provocatori, con sempre sullo sfondo la matrice cattolica degli anni di formazione giovanile. Fellini ha frequentato la stessa scuola e lo stesso oratorio salesiano dove il beato Alberto Marvelli, di cui Fellini teneva con sé un’immagine, si è formato.”

Il titolo scelto per il progetto nasce da una conversazione tra Federico Fellini e Sergio Zavoli, in cui il regista affermava: “Ho bisogno di credere. È un bisogno né vivo né maturo, per la verità un bisogno infantile di sentirmi protetto, di essere giudicato benevolmente, capito e possibilmente perdonato”.

Una frase che dà il titolo anche al docufilm, realizzato insieme agli studenti della Facoltà di scienze della comunicazione sociale dalla Pontificia Università Salesiana, che raccoglie interviste a, tra gli altri, Sergio Zavoli, al cardinal Gianfranco Ravasi, a Gianfranco Angelucci. Il docufilm è stato presentato sabato 10 ottobre al teatro Galli di Rimini, nell’ambito di una serata alla quale parteciperà anche il regista Pupi Avati, e al Museo della città, si è tenuto invece il convegno “L’infanzia del mondo”, con interventi di Davide Bagnaresi, lo studioso che da tempo lavora a ricostruire nel dettaglio i primi vent’anni di vita del maestro, di Gianfranco Miro Gori su un parallelo tra la spiritualità felliniana e quella di Giovanni Pascoli e di Tonino Guerra, di Marco Tibaldi sulla spiritualità in Giulietta Masina e di Renato Butera sui rapporti tra il mondo cattolico e Fellini.


La luna, il logo simbolo

Il logo simbolo della mostra “Ho bisogno di credere” e del progetto “Fellini e il sacro” è la luna (de La voce della luna, uno dei film simbolo della religiosità di Fellini) che ha il volto di Gelsomina. Oltre ad avere curato tutta l’immagine del progetto, abbiamo curato una mostra sviluppata in 20 grandi pannelli e alcune installazioni visibile fino al 17 ottobre al Museo della Città di Rimini.
I contenuti della mostra hanno dato vita anche ad un inserto, che è stato distribuito gratuitamente all’interno del settimanale riminese “Il Ponte”.

L’esposizione è dedicata alle emozionanti fotografie ritrovate da Jonathan Giustini del pellegrinaggio di Federico Fellini al Santuario romano del Divino Amore. L’editore riminese Interno4 ha dedicato un interessante volume, “Fellini inedito”, proprio sulle sessantacinque fotografie “ritrovate” dalla lavorazione de Le notti di Cabiria. Chiudono il libro due interviste ritrovate a Manuel Vázquez Montalbán e Manoel de Oliveira.
All’interno del Museo della Città la mostra era composta da trenta pannelli con le fotografie che ritraggono il regista e gli attori, il set, il sopralluogo, il Santuario, e testi relativi agli scatti.

Questo progetto si concluderà con il Convegno “Dov’è Dio?”, che si terrà a Roma il 24 ottobre all’interno dell’Università Pontificia Salesiana.

Molti dei materiali sono stati raccolti nel sito dedicato al progetto, e la registrazione della serata del 10 ottobre, al Teatro Galli, è disponibile su YouTube, a questo indirizzo.

Durante la serata è stata proiettata l’anteprima del docufilm Ho Bisogno di credere (della durata di circa 26 minuti), con le ultime interviste rilasciate da Sergio Zavoli sull’amico Federico.

Questa anteprima ha rappresentato una bellissima sorpresa per il pubblico: il lungometraggio avrà la sceneggiatura di Marco Tibaldi, con la collaborazione dello stesso Camattari e di Fabio Zavattaro, e la consulenza di Vincenzo Mollica, grande amico di Federico Fellini, che ha suggerito alcune “chicche” sul regista.

La pellicola racconterà ‘Gandhi’ (questo il soprannome riminese del giovane Federico) su tre livelli: la fantasia (protagonista una ballerina), l’attualità (i grandi esperti della filmografia felliniana) e le arti, in un mix di generi cinematografici, tecniche di ripresa, stile di recitazione e di regia.

La sceneggiatura porta la firma di Marco Tibaldi, direttore dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Bologna. Un suo prezioso contributo è contenuto nel libro Fellini e il sacro. Studi e testimonianze (Las – Roma), pubblicato in occasione dell’omonimo progetto riminese promosso dalla Università Pontificia Salesiana – Facoltà di Scienze della Comunicazione sociale; dall’Istituto Superiore di Scienze Religiose “Alberto Marvelli” delle diocesi di Rimini e di San Marino-Montefeltro e dal centro culturale Paolo VI di Rimini, in occasione del centenario della nascita del regista riminese. Tibaldi vi ha indagato la figura, l’arte e la spiritualità di Giulietta Masina.

Il cast (ancora top secret) comprenderà attori ed altri artisti di livello internazionale. Chissà se durante riprese sul set non faccia capolino anche la famosa sedia con la scritta: Federico.

 

 

Franz ha curato la Direzione Creativa e coordinato l’intero progetto, e Caterina ha seguito lo sviluppo dei materiali, una squadra vincente!

 

Festeggiare Fellini e scoprire nuovi lati della sua poetica

“Ho bisogno di credere. Fellini e il sacro” è un progetto molto importante per noi, perché ha visto la luce dopo tanti mesi di lavoro e di attesa, legata all’emergenza sanitaria. E poi perché data la risposta del pubblico, ci siamo accorti che forse questo può essere un nuovo punto di vista per approcciarsi al Maestro, nel centenario della sua nascita.

L’iniziativa si aggiunge alle tante realizzate qui a Rimini, ed è stata organizzata dalla Facoltà di Scienze della Comunicazione sociale dell’Università pontificia salesiana di Roma, dall’Istituto superiore di scienze religiose “A. Marvelli” di Rimini, insieme al Centro culturale “Paolo VI” di Rimini (con il patrocinio e il supporto del Pontificio Consiglio per la cultura e del “Cortile dei Gentili”), e si concluderà con un appuntamento a Roma, previsto per il 24 Ottobre.
Il progetto nasce intorno ai tanti riferimenti e citazioni di carattere religioso dell’opera felliniana attraverso diverse modalità: due convegni, una ricerca storiografica, due mostre (una delle quali è stata allestita al Museo della Città di Rimini, accompagnata da un catalogo omaggio realizzato in collaborazione con il settimanale diocesano riminese ilPonte), una pubblicazione, un docufilm e una serata spettacolo al Teatro Galli di Rimini.

“La poetica di Fellini sembra pervasa di riferimenti e citazioni di carattere religioso – come sostiene Franz, Direttore Creativo del progetto – a volte con tratti popolari e nostalgici, a volte provocatori, con sempre sullo sfondo la matrice cattolica degli anni di formazione giovanile. Fellini ha frequentato la stessa scuola e lo stesso oratorio salesiano dove il beato Alberto Marvelli, di cui Fellini teneva con sé un’immagine, si è formato.”

Il titolo scelto per il progetto nasce da una conversazione tra Federico Fellini e Sergio Zavoli, in cui il regista affermava: “Ho bisogno di credere. È un bisogno né vivo né maturo, per la verità un bisogno infantile di sentirmi protetto, di essere giudicato benevolmente, capito e possibilmente perdonato”.

Una frase che dà il titolo anche al docufilm, realizzato insieme agli studenti della Facoltà di scienze della comunicazione sociale dalla Pontificia Università Salesiana, che raccoglie interviste a, tra gli altri, Sergio Zavoli, al cardinal Gianfranco Ravasi, a Gianfranco Angelucci. Il docufilm è stato presentato sabato 10 ottobre al teatro Galli di Rimini, nell’ambito di una serata alla quale parteciperà anche il regista Pupi Avati, e al Museo della città, si è tenuto invece il convegno “L’infanzia del mondo”, con interventi di Davide Bagnaresi, lo studioso che da tempo lavora a ricostruire nel dettaglio i primi vent’anni di vita del maestro, di Gianfranco Miro Gori su un parallelo tra la spiritualità felliniana e quella di Giovanni Pascoli e di Tonino Guerra, di Marco Tibaldi sulla spiritualità in Giulietta Masina e di Renato Butera sui rapporti tra il mondo cattolico e Fellini.


La luna, il logo simbolo

Il logo simbolo della mostra “Ho bisogno di credere” e del progetto “Fellini e il sacro” è la luna (de La voce della luna, uno dei film simbolo della religiosità di Fellini) che ha il volto di Gelsomina. Oltre ad avere curato tutta l’immagine del progetto, abbiamo curato una mostra sviluppata in 20 grandi pannelli e alcune installazioni visibile fino al 17 ottobre al Museo della Città di Rimini.
I contenuti della mostra hanno dato vita anche ad un inserto, che è stato distribuito gratuitamente all’interno del settimanale riminese “Il Ponte”.

L’esposizione è dedicata alle emozionanti fotografie ritrovate da Jonathan Giustini del pellegrinaggio di Federico Fellini al Santuario romano del Divino Amore. L’editore riminese Interno4 ha dedicato un interessante volume, “Fellini inedito”, proprio sulle sessantacinque fotografie “ritrovate” dalla lavorazione de Le notti di Cabiria. Chiudono il libro due interviste ritrovate a Manuel Vázquez Montalbán e Manoel de Oliveira.
All’interno del Museo della Città la mostra era composta da trenta pannelli con le fotografie che ritraggono il regista e gli attori, il set, il sopralluogo, il Santuario, e testi relativi agli scatti.

Questo progetto si concluderà con il Convegno “Dov’è Dio?”, che si terrà a Roma il 24 ottobre all’interno dell’Università Pontificia Salesiana.

Molti dei materiali sono stati raccolti nel sito dedicato al progetto, e la registrazione della serata del 10 ottobre, al Teatro Galli, è disponibile su YouTube, a questo indirizzo.

Durante la serata è stata proiettata l’anteprima del docufilm Ho Bisogno di credere (della durata di circa 26 minuti), con le ultime interviste rilasciate da Sergio Zavoli sull’amico Federico.

Questa anteprima ha rappresentato una bellissima sorpresa per il pubblico: il lungometraggio avrà la sceneggiatura di Marco Tibaldi, con la collaborazione dello stesso Camattari e di Fabio Zavattaro, e la consulenza di Vincenzo Mollica, grande amico di Federico Fellini, che ha suggerito alcune “chicche” sul regista.

La pellicola racconterà ‘Gandhi’ (questo il soprannome riminese del giovane Federico) su tre livelli: la fantasia (protagonista una ballerina), l’attualità (i grandi esperti della filmografia felliniana) e le arti, in un mix di generi cinematografici, tecniche di ripresa, stile di recitazione e di regia.

La sceneggiatura porta la firma di Marco Tibaldi, direttore dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Bologna. Un suo prezioso contributo è contenuto nel libro Fellini e il sacro. Studi e testimonianze (Las – Roma), pubblicato in occasione dell’omonimo progetto riminese promosso dalla Università Pontificia Salesiana – Facoltà di Scienze della Comunicazione sociale; dall’Istituto Superiore di Scienze Religiose “Alberto Marvelli” delle diocesi di Rimini e di San Marino-Montefeltro e dal centro culturale Paolo VI di Rimini, in occasione del centenario della nascita del regista riminese. Tibaldi vi ha indagato la figura, l’arte e la spiritualità di Giulietta Masina.

Il cast (ancora top secret) comprenderà attori ed altri artisti di livello internazionale. Chissà se durante riprese sul set non faccia capolino anche la famosa sedia con la scritta: Federico.

 

 

Franz ha curato la Direzione Creativa e coordinato l’intero progetto, e Caterina ha seguito lo sviluppo dei materiali, una squadra vincente!

 

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