Walter Toni

Cosa, più di un album di figurine,
può rappresentare la ricreazione?
Momento di svago,
ma anche di grande creatività economica,
di importanti trattative, di scambio,
di ce l’ho e di manca,
di gioco, di truffe, di litigi,
di precisione nell’attaccarle dritte
con Cocoina, Vinavil o mastice profumato
di colori per ridisegnare maglie, scudetti e araldiche,
di tabelle e numeri su presenze e gol,
di misure in altezza e peso,
di date e luoghi di nascita sempre sconosciuti
e di fedeltà che durano per sempre…
Ri-creazione è ri-partire da qui.


Walter Toni, nasce nel 1963 e inizia le scuole elementari nel 1969 con il grande maestro Otello Vitali. Nel 1970 decide di tifare Cagliari e Gigi Riva diventa una specie di malattia, tanto che sotto il grembiule nero spesso porta la sua maglia con il numero 11. Per distrarlo il maestro gli assegna la direzione del coro della classe, che annoverava brani quali “Il caffè della Peppina”, “Karakarakaretè” e “La lassù sul monte nero” usato per scendere le scale della scuola e disturbare le altre classi che ancora facevano lezione. Ma la passione per Gigi Riva porta il maestro Vitali ad assegnargli il compito di affrescare la parete in fondo alla classe in cui dipingerà “Rombo di tuoni” nel momento del tiro, attorniato da migliaia di tifosi e cartelloni pubblicitari, dove può così esprimere la futura passione per la grafica ed il lettering. Si è sempre ritenuto abile nel calcio, un’ala sinistra senza essere mancino, e il maestro lo ha scritto anche nel giudizio finale, benché i suoi 60 Kg lo facevano spesso confondere con la palla da gioco. Il resto è cosa nota, e sicuramente  meno interessante.


 Disegnare un carattere, farlo diventare font, in Italia è una attività non così frequente, in fondo – si dirà – ne abbiamo già tante installate nel nostro computer. Perché mai farne una nuova? Eppure è proprio dal carattere che parte l’identità. Sembra un gioco di parole riferito alle persone, ma è vero anche in una immagine aziendale. E così è potuto accadere a Walter di poter realizzare un sogno che aveva fin da bambino, quando usava il diario di scuola solo per disegnare caratteri.